Sì all’economia verde, positiva per i paesi in sviluppo

15.09.2016

Il prossimo 24 settembre il popolo svizzero sarà chiamato a esprimersi sull’iniziativa popolare per un’economia verde. Alliance Sud, l’associazione mantello di cui fa parte anche Azione Quaresimale, dice sì all’economia verde. Ecco gli argomenti a favore dal punto di vista della politica di sviluppo.

Alliance Sud sostiene questa iniziativa perché s’inscrive negli obiettivi di sviluppo sostenibile decretati dall’ONU lo scorso autunno. Potremmo raggiungere questi obiettivi però solo se cambiamo radicalmente il nostro modo di produrre e di consumare. Visto che il 70% dell’impronta ecologica della Svizzera viene lasciata all’estero, questo vale soprattutto per il nostro impatto ecologico nei paesi in sviluppo. In effetti, in qualità di consumatori di beni e derrate alimentari importati, mettiamo in pericolo le risorse e gli ecosistemi all’estero – e dunque indirettamente anche il livello di vita della popolazione in loco. È il caso in particolare per l’importazione di olio di palma, di soia e di legname proveniente da disboscamenti illegali. Standard ecologici più elevati per i beni importati sostengono a medio termine la transizione verso modi di produzione più sostenibili nei paesi in sviluppo. Certamente, a medio termine possono rappresentare una sfida per alcune piccole imprese, ma si può sostenerle con misure d’accompagnamento.

Gli standard più elevati sono anche una possibilità per l’economia svizzera, in quanto permettono di arginare il dumping ecologico e le delocalizzazioni, di promuovere la produzione indigena e creare impieghi verdi. La Svizzera è stata a lungo pioniera in materia di protezione dell’ambiente, ma ha finito per perdere il suo lato esemplare. L’iniziativa permette di modernizzare la Legge sull’ambiente del 1983 e di raggiungere paesi come la Finlandia e l’UE, che si sono fissati l’obiettivo di un’economia sostenibile entro il 2050. Attualmente, il nostro paese è anche il secondo più importante produttore di rifiuti in Europa, con 729 kg di rifiuti urbani pro capite e per anno. L’iniziativa permette un miglior riciclaggio ed una migliore rivalorizzazione dei rifiuti. Utilizzando più efficacemente le sue risorse, la Svizzera diminuirà anche la sua dipendenza dal mercato globale delle materie prime e creerà valore aggiunto qui.

L’iniziativa vuole anche lottare contro l’obsolescenza programmata dei prodotti, in particolare elettronici, che obbligano i consumatori ad acquistarne senza tregua altri, invece di poter riparare i vecchi. Vuole ridurre gli imballaggi inutili. In fin dei conti, l’iniziativa beneficerà a tutti: alla gente qui, nei paesi in sviluppo e al futuro di tutte e di tutti.

 

 

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