Raphael Rauch* a colloquio con Bernd Nilles, direttore di Azione Quaresimale

«La Chiesa non si lascerà zittire»

20.05.2021

Per Azione Quaresimale è chiaro che la Chiesa deve esprimersi sulla povertà, sui diritti umani e sul mutamento climatico. Il Direttore Bernd Nilles parla della campagna “Meno consumismo. Abbastanza cibo per tutti”, dell’Alleanza Gleichwürdig Katholisch e del successo finanziario avuto durante l’anno del Covid-19.

Raphael Rauch: A metà maggio si è riunito il Consiglio di fondazione di Azione Quaresimale. Come è stato valutato il coinvolgimento nell’Iniziativa per multinazionali responsabili?

Bernd Nilles: Il Consiglio di fondazione aveva deciso questa linea già nel 2014; in quell’occasione, aveva dichiarato che sarebbe stato difficile vincere e che il nostro impegno avrebbe fatto discutere. Nel contempo però, essendo una tematica in linea con i valori e la missione di Azione Quaresimale, era importante agire per la protezione dei diritti umani. Perciò in dicembre, all’indomani della votazione, il Consiglio di fondazione ha ringraziato tutto il personale per il suo grande impegno: il voto popolare ha chiaramente mostrato che l’Iniziativa gode di un ampio sostegno e ha permesso di portare all’attenzione del pubblico le preoccupazioni dei nostri partner del Sud.

Azione Quaresimale ha una connotazione politica di per sé. Ci sarà comunque un cambio di rotta in futuro o i vostri organi direttivi diranno: «Avanti così!»?

La campagna per l’Iniziativa è stata uno dei maggiori impegni politici di Azione Quaresimale nei suoi 60 anni di storia e questo ha richiesto forza, personale professionale, risorse e forti alleanze. Non sarà quindi possibile “andare avanti così”! Ciò che continuerà è il nostro competente lavoro sulle violazioni dei diritti umani per esempio nel settore dell’estrazione delle materie prime.

Cosa significa?

Continueremo anche in futuro a rilevare i casi, denunciare gli illeciti, aiutare le vittime e chiedere una migliore protezione legale contro le violazioni dei diritti umani da parte delle imprese. Il controprogetto del Consiglio federale è troppo debole, non aiuta abbastanza le vittime, non previene i crimini e tra qualche anno non soddisferà gli standard europei e internazionali.

Con il senno di poi, agirebbe in modo diverso?

Valutiamo costantemente il nostro lavoro e ciò è avvenuto anche con la campagna di votazione. Da una parte siamo riusciti a coinvolgere molte persone e strutture nel contesto ecclesiale; dall’altra le questioni legate alla regolamentazione delle imprese sono state fatte passare, dagli oppositori, come una questione di fede. Non era questa la nostra intenzione. Mi rincresce che alcune persone si siano sentite sotto pressione.

Lei ha avuto un posto di rilievo in televisione, la domenica del voto. Azione Quaresimale ha aumentato la sua notorietà attraverso la campagna sull’Iniziativa multinazionali responsabili?

Dal 2020 abbiamo visto una chiara tendenza verso una maggiore consapevolezza: in primis, c’è stata la crisi del Covid-19, durante la quale siamo stati in grado di aiutare in modo molto efficiente nei paesi del Sud del mondo, poi c’è stato l’impegno sull’Iniziativa, che ha attirato molta attenzione dei media nella seconda metà del 2020, con la nostra presenza in TV, sui giornali e agli eventi. Anche la Campagna ecumenica per la giustizia climatica ha avuto grande eco. Tutto sommato, i sondaggi mostrano decisamente un aumento della nostra notorietà: se nel 2019, solo il 29% della popolazione ricordava ancora le campagne di Azione Quaresimale, nel 2020 eravamo già al 44% e nel 2021 al 48%. Uno sviluppo che per noi è molto motivante.

Il settore agricolo ha reagito negativamente alla Campagna ecumenica 2021 intitolata: Meno consumismo – Abbastanza cibo per tutti. Ne avete parlato al vostro interno?

L’immagine del cartellone ha suscitato delle critiche, in particolare da parte dei produttori di carne nel canton Lucerna, ma nel contempo, molte persone ci hanno scritto dicendo quanto siamo stati coraggiosi e quanto bene questa immagine sia arrivata al cuore di un problema globale. Ammetto che il manifesto era molto diretto, ma era adeguato alla crisi climatica: non è stata infatti una Campagna per “meno carne”, ma una Campagna per la giustizia climatica che ha evidenziato anche altri aspetti del nostro consumo e del suo impatto sul clima. Il tema della giustizia climatica continuerà ad accompagnarci per i prossimi tre anni durante la Quaresima, perché le persone in tutto il mondo sono fortemente colpite dal mutamento climatico, e soprattutto le più povere, anche se vi hanno contribuito di meno.

I vescovi, attraverso la Commissione Justitia et Pax, hanno dato il loro sostegno al Sì alla legge sul CO₂ e, dal punto di vista di Azione Quaresimale, questa chiara partecipazione è gratificante. Ne è rimasto sorpreso?

Mi ha fatto molto piacere ed è un chiaro segnale che la Chiesa cattolica non si lascerà zittire su questioni importanti per il futuro. Azione Quaresimale aveva già votato a favore della legge sul CO₂ e stiamo facendo campagna per il Sì. Perché se non riduciamo massicciamente le nostre emissioni di CO₂, metteremo in pericolo le vite umane in tutto il mondo.

Di cos’altro vi occuperete quest’anno?

Il 10 settembre vogliamo festeggiare il nostro 60° anniversario e speriamo vivamente che ciò sia possibile nonostante la pandemia. Con alcuni rappresentanti della Chiesa, della politica e della cooperazione allo sviluppo, ripercorreremo la storia movimentata di Azione Quaresimale e la lotta contro la povertà nel Sud del mondo, oltre a guardare al futuro.

Quando lei ha ripreso la direzione di Azione Quaresimale, le cifre erano in profondo rosso. Come sono le cifre ora?

Nel mio primo anno, il 2017, il deficit era di oltre 3 milioni e nel 2018 non è andata meglio. In sostanza, abbiamo fatto quattro cose: ci siamo imposti l’austerità, abbiamo maggiormente sviluppato la nostra ricerca fondi, abbiamo reso Azione Quaresimale più agile internamente e ci siamo concentrati su una maggiore visibilità. Questa combinazione di fattori ha dato i suoi frutti e il personale ha intrapreso con successo questo percorso, registrando nel 2019 un pareggio di bilancio e nel 2020, per la prima volta, ottenendo di nuovo un’eccedenza, che ci permetterà di finanziare molti progetti in tutto il mondo.

Come ha gestito il consolidamento nonostante la pandemia?

È stata la flessibilità del personale che ha prevalso durante la crisi del Covid-19. Immagini questo scenario: le chiese sono chiuse, non ci sono collette e tre milioni di franchi sono svaniti in un colpo solo. Abbiamo dovuto adattarci e raggiungere i donatori con nuove modalità. La nostra grande visibilità ha dato inoltre i suoi frutti, facendo registrare nel 2020, oltre ai nostri 40’000 donatori fedeli, altre 8’000 persone che hanno donato per la prima volta direttamente a Azione Quaresimale e, quest’anno, altre 4’000 persone. Un grande successo.

Vi trovate in una posizione di mezzo riguardo la nuova Alleanza Gleichwürdig katholisch: non ne diventate membro, ma sostenete comunque l’Alleanza. Qual è esattamente la vostra posizione?

Siamo parte di una rete di molte organizzazioni di Chiese in tutto il mondo, che stanno lavorando per cambiamenti strutturali nella Chiesa, affinché vi si possa lavorare in modo più efficiente e credibile per i diritti dei più deboli e per l’integrità della creazione, con, per esempio, maggiore responsabilità per i laici e per le donne. Maggiore partecipazione, maggiore sinodalità, una Chiesa viva, tutte preoccupazioni che sono importanti anche per Azione Quaresimale, che ha infatti incaricato una nostra collaboratrice di lavorare a titolo consultivo con l’Alleanza Gleichwürdig katholisch, per contribuire soprattutto alle questioni e alle dinamiche della Chiesa mondiale. Dall’ultima riunione dell’Alleanza, ci ha riferito sulle dinamiche di riforma in America Latina e sulle conseguenze del Sinodo dell’Amazzonia.

L’Ambasciata svizzera a Lima ha lanciato l’allarme: non è solo il Brasile che sta sprofondando nel caos a causa del Covid-19, ma anche molti paesi latinoamericani. Azione Quaresimale non è un’organizzazione di aiuto umanitario, ma potete comunque fare qualcosa?

Azione Quaresimale non è per niente un’organizzazione di aiuto umanitario, ma da anni si confronta con i disastri che avvengono nei paesi in cui realizziamo progetti e questo richiede una reazione rapida. Per questo motivo finanziamo anche azioni di aiuto d’urgenza e, insieme alle nostre organizzazioni partner, abbiamo introdotto misure preventive e ridistribuito fondi per comprare per esempio mascherine o prodotti per l’igiene.

Nelle Filippine e in Guatemala, abbiamo anche dovuto fornire aiuti alimentari a breve termine, o perché i mercati regionali erano chiusi oppure perché la popolazione locale non poteva più produrre cibo. Attualmente, la situazione in America Latina è allarmante, ma in India e in Nepal non è meno preoccupante. In tutti i paesi, Azione Quaresimale esamina quale sostegno sia il più adatto al particolare contesto e lo implementa con i suoi partner in modo flessibile.

* capo redattore di kath.ch, portale cattolico svizzero da cui è tratta l’intervista

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